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Storia

La vera storia del cane carlino, come non l’hai mai letta prima

Quando incontro qualcuno che, incuriosito dai miei cagnolini dalla coda riccia, mi chiede qualche informazione su questa razza, attacco col pippone sulla storia del cane carlino e si salvi chi può.

Esordisco sempre col dire che il carlino è una delle razze più antiche del mondo e chiunque rimane a bocca aperta. Sembra impossibile ma alcuni pensano davvero che sia nato con il film ‘Men in Black‘ senza sapere che ha fatto il giro del mondo attraverso i secoli per arrivare qui da noi.

Ora mettiti comodo col tuo carlino sulle ginocchia, e prenditi qualche minuto di tempo per leggere la vera storia del cane carlino come non l’hai mai letta prima.

Una storia iniziata molto tempo fa

Secondo la Zoological Society di Londra, l’origine del carlino risale a più di 3000 anni fa nell’antica Cina, nella località di Gullin a nord di Canton. Qui era considerato ben più di un semplice animale. Ti basti pensare che solo agli imperatori era concesso possederne uno: la proprietà illegale di un carlino era punibile con la morte.

Riferimenti a cani tipo carlino sono stati documentati già nel 600 a.C. da Confucio, che ha descritto un tipo di ‘cane dalla breve bocca’ chiamato anche ‘cane dal muso corto’.

Purtroppo non si hanno dati certi sull’origine del cane carlino perchè il sovrano Qin Shi Huang, il primo imperatore della Cina, ordinò di distruggere tutti i documenti, le pergamene e le opere d’arte allora noti relativi a questa razza e alle sue origini.

Gli storici stanno ancora cercando di capire cosa abbia spinto un grande leader a ricorrere a misure così drastiche, per oscurare la storia di questo animale. Potremmo non conoscerne mai la risposta. E’ proprio qui che storia e leggenda si intrecciano, attribuendo al carlino un significato magico e misterioso.
I monaci tibetani, ad esempio, erano convinti che chiunque fosse riuscito a scalare l’Himalaya e avesse toccato un’aquila appena nata sulla testa, si sarebbe trasformato nel piccolo cane sacro: il carlino.

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Come è nata la razza del cane carlino?

Probabilmente avrai già capito che risalire alle vere origini del carlino è cosa piuttosto difficile. Se il simpatico imperatore Qin Shi Huang non avesse fatto scomparire tutti i documenti relativi alla sua nascita, probabilmente non saremo qui a far tante supposizioni, ma la storia non si può cambiare.
Almeno che tu non creda alla teoria secondo cui il carlino sarebbe arrivato sulla Terra portato dagli alieni, è necessario basarsi sulle poche testimonianze che abbiamo e sulla cara e buon vecchia genetica.

Data la sua ricercatezza, la razza del carlino veniva allevata nella città sacra degli eunuchi, lontana dalla gente. Solo agli imperatori era concesso l’onore di possederne un esemplare.

la vera storia del cane carlino
Stampa cinese che probabilmente ritrae Lo-Sze bianco

Originariamente non si presentava come i carlini di oggi. Esibiva una statura più elevata, rimpicciolita poi nel tempo a causa di accurate selezioni ed un colore prevalentemente bianco con chiazze dorate.

Cani chiamati “dal muso corto” sono descritti in documenti datati circa 600 a.C., ed erano probabilmente gli antenati della moderna razza. Il nome dell’antenato dei nostri carlini era lo Chiang-Sze, poi abbreviato in Lo-Sze.

Con ogni probabilità il carlino discende dal Lion Dog, l’odierno pechinese, che era molto noto in Oriente e vanta una storia di oltre 4000 anni. Non sappiamo però come dal pechinese si sia arrivati ad esemplari di carlini che hanno pelo molto più corto e pelle più delicata.

La storia secondo cui carlini e pechinesi siano cani venuti da un altro pianeta fonda la sua teoria sul fatto che, in natura, non avrebbero mai potuto sopravvivere a causa del muso corto che non permette loro di cacciare.
Sarai sorpreso nel sapere che, analisi recenti del DNA pechinese, confermano che è una delle razze di cani meno geneticamente discostate dal lupo.

Il nobile e sacro carlino cinese

In oriente il carlino viveva all corte degli imperatori. Particolarmente apprezzato dai ranghi nobiliari per la bellezza delle sue rughe che vengono interpretate principalmente in due modi:

  • come disegni simili agli ideogrammi cinesi la cui lettura forma la parola principe
  • ricordano un diamante, ovvero la pietra più preziosa dell’imperatore

E’ indubbio, che entrambe le interpretazioni abbiano un significato meraviglioso e solenne che contribuì a fare del carlino, il cane più apprezzato dell’intera Cina.

Il cane carlino era considerato molto più che un semplice animale, era uno status symbol, un bene prezioso, un membro della famiglia.

“Non troppo diverso da come trattiamo noi i nostri carlini…” – penserai

Ma c’è di più. L’imperatore Ling Ti (chiamato anche Liu Hong 168-189 d.C.) s’innamorò talmente di questo cane da dargli un grado nobiliare: le femmine di carlino avevano un ceto pari a quello delle mogli dell’imperatore.

Ling Ti ordinò che i carlini imperiali fossero sorvegliati giorno e notte dalle guardie e che fossero nutriti esclusivamente con il riso e la carne della migliore qualità.
Chiunque avesse tentato di rubarne uno sarebbe stato condannato a morte poiché questa razza era di proprietà esclusiva degli imperatori o di chi lo avesse ricevuto in dono dal sovrano stesso.

Il carlino guardiano dei templi: i cani di Foo

Il carlino è stato sempre considerato un essere speciale e secondo alcuni testi, era considerato una creatura sacra capace di allontanare il male e tutto ciò che era negativo.

Per questo motivo si pensa che le statue dei Leoni Guardiani detti anche Cani di Foo, ornamenti architettonici tipici della tradizione cinese e potente simbolo apotropaico, fossero in realtà dei carlini. Queste opere sono davvero molto celebri e, anche se non sei mai stato in Cina, ti sarà sicuramente capitato di vederle all’ingresso di qualche ristorante tipico cinese qui in Italia.

Statue dei Cani di Foo
Fotografie originali scattate in Cina durante il viaggio di nozze di Giada e Jonny

Secondo l’usanza orientale, le statue dei Cani Foo erano poste sempre in coppia di fronte ai palazzi degli imperatori cinesi ed alle loro tombe, ai templi ed alle abitazioni degli alti ufficiali o dei nobili come guardiani; dovevano proteggere l’edificio di cui erano posti a difesa sia da influenze spirituali dannose sia da persone malintenzionate.

Queste statue simboleggiano la duplicità nell’intero, lo Ying e lo Yang: secondo il Feng Shui, guardando l’ingresso dell’edificio, il maschio doveva essere disposto sulla destra mentre la femmina sulla sinistra.
Il maschio ha la zampa anteriore destra su di una sfera chiamata “palla ricamata” mentre la femmina è essenzialmente identica ma ha un cucciolo sotto la zampa sinistra a rappresentare il ciclo della vita. Il primo è custode della casa intesa come struttura e solidità, la seconda delle persone che la abitano.

Mi piace pensare che i carlini di oggi abbiano conservato la facoltà di saper distinguere il bene dal male e di proteggerci dalle influenze maligne. Di certo sono dei perfetti bodyguard quando si tratta di mettersi in prima linea per difendere il proprio “padrone”.
Testardi come muli, dolci come scoiattoli, il carlino è davvero un concentrato di magia.

Dall’antica Cina all’Europa

Durante la dinastia Yuan (1271-1368 d.C.) gli imperatori usavano offrire, come regalo ai propri invitati, una parata di tutti i loro animali.
Nel corteo, subito dopo i leoni, venivano presentati i piccoli cani dal mantello d’oro, e qui, molto probabilmente, il piccolo carlino fu notato dagli europei.

Solamente nell’ultima parte del 1500 e verso l’inizio del 1600 la Cina iniziò gli scambi commerciali con l’Europa (Portogallo, Olanda, Spagna e Inghilterra). I commercianti portavano con sé piccoli cani come doni dall’oriente: così cominciò la crescita della popolarità del carlino in Europa.

I carlini arrivarono in Europa sbarcando in Olanda, probabilmente grazie alla compagnia di commercio Dutch East India Company, meglio nota come Compagnia delle Indie.

Il carlino diventò presto molto ricercato da tutti i nobili dell’epoca, non solo per il suo aspetto esotico ma anche per il suo carattere amorevole.

Il cane carlino alla conquista del mondo

Nel 1573 un carlino di nome Pompei segnò la storia di questa razza salvando il proprio padrone, il principe Guglielmo I d’Orange, da un’imboscata che lo avrebbe sicuramente ucciso.
Di conseguenza, il cane carlino fu dichiarato la razza ufficiale della Casa d’Orange.

Quando il principe William d’Orange, detto anche Guglielmo III, salì al trono d’Inghilterra, il carlino diventò il cane della corte inglese.
È proprio in UK che nacquero i migliori allevamenti del mondo che permisero al carlino di diffondersi in tutto il mondo.


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