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Storia

Curiosità e cenni storici mai rivelati sul cane carlino

Il carlino è una delle razze di cani più antiche del mondo e ci sono tantissime curiosità storiche che mi piace raccontare.
Nasce in Cina circa 3000 anni fa, ma sappiamo ben poco di lui perchè il primo imperatore cinese Qin Shi Huang diede l’ordine di bruciare ogni testimonianza relativa al carlino e alla sua origine. È qui che storia e leggenda si intrecciano, attribuendo a quest’animale un significato magico e mitologico.

Per la sua particolarità e ricercatezza, il carlino ha sempre riscosso molto successo e, nel corso dei secoli, è stato oggetto di molte vicissitudini. Ho raccolto per te una serie di curiosità e cenni storici sul cane carlino che ti faranno appassionare ancora di più a questa fantastica razza.

Aneddoti mai rivelati sulla storia del cane carlino

In questo articolo ho deciso di riassumerti le notizie più particolari sul cane carlino, cenni storici e curiosità sulla sua storia.
Trovi tutto secondo l’ordine temporale, diviso per secoli. Buona lettura!

1470
Il color Belle

Isabel de Castilla
Isabel de Castilla

Le origini del carlino in Spagna risalgono alla fine del quattrocento, quando venne importato dal Portogallo.

Anticamente i carlini vennero chiamati “Belle” in onore della Regina Isabella di Castiglia, ed ereditarono anche il tipo di colore: “Color Isabella”.

Si narra che la regina fece il voto di non cambiarsi la camicia finchè non fosse stata espugnata la fortezza di Ostenda.
L’assedio durò 3 anni.

Possiamo ben immaginare il colore di questa camicia, lo stesso giallo bruno del dorso del carlino!

1573
I carlini conquistano l’Inghilterra

Nella seconda metà del XVI secolo, Guglielmo I non si separava mai dai suoi carlini: era certamente una testimonianza di gratitudine, poiché egli doveva la vita a uno di questi animali.

Nel 1573, nel corso della guerra che seguì la sommossa delle Province Unite contro gli Spagnoli, un commando nemico si apprestava a penetrare nel suo accampamento per ucciderlo.
Guglielmo, però, fu svegliato dall’abbaiare del suo carlino di nome Pompei, accucciato nella sua stessa tenda. Il cane aveva percepito che il pericolo si stava avvicinando e, dando coraggiosamente l’allarme, aveva salvato il proprio padrone.

Nel 1688 Guglielmo III (pronipote di Guglielmo I) e Maria II lasciarono l’Olanda per salire al trono d’Inghilterra e portarono con loro alcuni carlini. I cani poterono presenziare alla cerimonia d’incoronazione indossando i fiocchi arancioni tipici della casata degli Orange. Il carlino divenne così, la razza ufficiale dell’aristocrazia olandese. I cani piacquero subito alla corte inglese, e furono battezzati con il nome Mastini Olandesi.

Un’effige di Guglielmo III con il suo prezioso amico è scolpita sulla sua tomba nella cattedrale di Delft.

1600
Il carlino che va di moda

La Cina chiude le proprie frontiere commerciali agli occidentali fino alla prima metà dell’800. Da allora il carlino divenne un cane alla moda per le dame, anche in Francia dove faceva molto chic ostentare un piccolo cane come segno di ricchezza e benessere.

Leggi anche: Il carlino un cane che va di moda da oltre 2000 anni

1700
Massoneria e carlini

Il carattere fiero e autoritario, la superiorità intellettuale del carlino si manifestano nel suo aspetto solenne e nobile, il cui punto più alto è rappresentato dalla perenne espressione di superiorità sul volto di questo animale.

Proprio questa sua particolare espressione ispirò i Massoni del sedicesimo secolo a fondare una sottodivisione della loro setta, che fu chiamata Mops Order, l’ordine dei Carlini.

1730
Filosofia

Anche il mondo della filosofia fu rivoluzionato da qualcuno che aveva un carlino… Voltaire.

1750
Il carlino in Italia

Cenni storici sul cane carlino, si trovano anche in Italia dove era ben noto. Nel 1786, la signora Hester Piozzi scrisse nel suo diario di viaggio:

Il piccolo cane carlino o mastino olandese ha lasciato Londra per Padova, vedo. Ogni carrozza che incontro qui ha dentro un Carlino.”

In Italia i carlini venivano vestiti con giacca e pantaloni e portati sulle carrozze private in parte al cocchiere durante la guida. Erano gli unici cani a cui era concesso tale privilegio.

Maria Antonietta e il suo carlino Mops

Sotto il regno di Luigi XV molte dame di corte possedevano un carlino. Prima della Rivoluzione Francese, il piccolo cane comandò la reggia di Versailles, dalla sua postazione accoccolato sulle ginocchia di Maria Antonietta.
Si dice che il suo carlino l’avesse accompagnata fino alla ghigliottina camminando come sempre, sotto le sue gonne.

Napoleone Bonaparte amante del carlino?

giuseppina, napoleone e carlino
Giuseppina Bonaparte e il suo carlino

La consorte di Napoleone, Giuseppina, possedeva un carlino di nome Fortunè che detestava l’imperatore e gli impediva ostinatamente l’ingresso nella stanza della moglie.

Napoleone stesso narra spiritosamente il fatto:
“Era il padrone assoluto del letto di Madame, quando la sposai chiesi, inutilmente, di allontanarlo, ma mi dissero che avrei dovuto scegliere una diversa sistemazione o accettarlo.
Quindi, sebbene contrariato, non ebbi scelta: si trattava di prendere o lasciare. Il diletto cane di Madame fu meno accomodante e porto ancora i segni del suo disappunto sulla mia gamba.”

1800
Mahilof, il carlino che morì di tristezza

Luigi Antonio di Borbone, Duca di Enghien, era un parente dei sovrani borbonici di Francia. Più famoso per la sua morte, che per la sua vita, fu giustiziato per accuse inventate durante il consolato francese.

Il suo carlino Mahilof si lasciò morire sulla tomba del padrone quando esso fu giustiziato. La notizia suscitò scalpore a tal punto che Mahilof fu imbalsamato ed esposto nel museo di Rohan.

L’amore per i carlini non conosce limiti

Compare un annuncio sul giornale Times, che la dice lunga sull’amore per il carlino e sulla sua diffusione:

Una nipote di Belinda de Pope, piange l’assenza del suo fedele compagno, un carlino italiano di color fulvo chiaro, dalle orecchie tagliate, di nome Fido.

La Regina Victoria allevatrice di carlini

curiosità sul carlino
La Regina Victoria seduta con il suo fedele carlino Bosco

Verso la metà del XIX secolo una nuova ondata di carlini sono stati importati dalla Cina all’Inghilterra, con gambe più corte e l’ormai famigliare naso schiacciato.

In Inghilterra, la razza fiorì sotto il patrocinio della Regina Victoria.

Tra i suoi tanti carlini che lei stessa allevava, si ricordano Olga, Pedro, Minka, Fatima e Venere.

Il suo coinvolgimento con i cani in generale ha contribuito a stabilire il Kennel Club, che si è formato nel 1873.

La Regina Vittoria favorì la diffusione dei Carlini color albicocca e fulvi e vietò il taglio delle loro orecchie, decretando fosse una pratica inutile e crudele.

1900
Una poesia dedicata ai carlini

Richard Burton in “The Gathering Storm”
Richard Burton in “The Gathering Storm”

Il carlino ha da sempre la capacità di sciogliere anche il cuore più duro, e farlo arrende al suo dolce abbraccio, com’è accaduto a Sir Winston Churchill che scrisse, per il carlino di sua figlia, una poesia.

Little Puggy Wug

Oh, what is the matter with poor Puggy-wug
Pet him and kiss him and give him a hug.
Run and fetch him a suitable drug,
Wrap him up tenderly all in a rug,
That is the way to cure Puggy-wug.

Traduzione: Piccolo Puggy Wug

“Oh, che cosa c’è di meglio del povero Puggy Wug? Coccolarlo, baciarlo e dargli un abbraccio. Rincorrerlo e poi portarlo a se è come una dolce droga.  Avvolgerlo tutto in una morbida coperta, è questo l’unico modo per prendersi cura di Puggy Wug.”

Nel 1974 la televisione americana lancia il film “The Gathering Storm” (lo stesso film fu trasmesso in Gran Bretagna con il titolo “Walk With Destiny”) che parla della vita di Winston Churchill negli immediatamente precedenti alla Seconda Guerra Mondiale (1936-1940).

Nel film appare anche il carlino di Churchill, interpretato da Goodchance My Delila. L’attore protagonista, Richard Burton, si innamorò talmente di questo carlino da offrire una grossa somma di denaro alla sua proprietaria, Ellen Brown, per comprarlo, ma lei rifiutò.

Dal dopo guerra la rinascita del carlino

Con l’inizio della seconda guerra mondiale, per sei anni cala il silenzio sulla storia dei nostri amici Carlini.
Alla fine della guerra, i carlini decisero che era tempo di agire e diffondersi in tutto il mondo come piccoli ambasciatori di pace e docilità.

Dopo la seconda guerra mondiale, il mondo dell’arte subì cambiamenti radicali, e ancora una volta la ben nota coda arricciata giocò un ruolo essenziale.
Il poeta dadaista austriaco Ernst Jandl, tra molti artisti, fu così grandemente ispirato dal Carlino, da basare su di lui la sua celebre poesia Ottos Mops (il Carlino Otto).
Il poema consiste in semplici gruppi di strofe composte da due a quattro parole che contengono sempre la stessa vocale, la O. Si racconta di un breve episodio della vita di uomo e del suo cane.


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