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Cura e Salute

La cistite recidivante della mia carlina Lulù

Se stai leggendo questo articolo forse anche tu come me, sei il proprietario di un cane carlino affetto da cistite recidivante.

In questo articolo (ti avverto che è piuttosto lungo) ti spiego filo e per segno come ho risolto la cistite, durata quasi due anni, che ha coinvolto Lulù.

La cistite del mio cane Lulù, una storia infinita

cistite cane carlino

Lulù è una bellissima carlina che ho adottato grazie all’Associazione Leon Salvacarlino nel 2014. La sua vita non è sempre stata rosa e fiori poiché da cucciola è stata rapita da zingari che l’hanno maltrattata. Una volta ritrovata, grazie all’aiuto dei carabinieri, ha vissuto alcuni anni in allevamento come fattrice e all’età di 6 anni è arrivata a me.

Nonostante tutto, Lulù è sempre stata una carlina in salute, con una buona costituzione fisica ed un ottimo temperamento. Finché nel settembre 2017 (Lulù aveva 9 anni) inizia la nostra lotta contro una brutta forma di cistite emorragica (ovvero con tracce di sangue visibile nelle urine).

La prima cosa da fare quando vedi sangue nelle urine del tuo cane è raccoglierle e portarle dal tuo veterinario che potrà fare alcune analisi di base come prenderne il ph e valutare la presenza o meno di cristalli (struvite o ossalati).

Ovviamente così ho fatto ed il responso del veterinario è stato:
“Il tuo cane ha il ph a 9 ed un tappeto di struvite in vescica”.

Subito capisco che la situazione è complessa e che la sua risoluzione non sarà semplice perché è rarissimo che un cane alimentato con una dieta equilibrata a base di cibo fresco (ormai da 3 anni) possa sviluppare una forma di cistite tanto violenta.

Terapia antibiotica e acidificante delle urine

La veterinaria mi prescrive un antibiotico generico ed un farmaco acidificante delle urine a base di metionina e ammonio cloruro, facendomi notare che se non fossi passata alle crocchette “urinary” normalmente (ma erroneamente) definite medicali, la situazione di Lulù non si sarebbe risolta.

Ovviamente, la prospettiva di tornare al cibo industriale, non mi sfiorò neppure e molto fiduciosa, iniziai subito l’antibiotico a base di amoxicillina.
Già dalla prima pastiglia Lulù sembrò stare meglio e il sangue nelle urine scomparve.

Finita la settimana, passarono solo 3 giorni e ricomparvero tutti i sintomi.

Ricominciammo l’antibiotico, sempre lo stesso, questa volta per 2 settimane.
Lulù sembrò stare meglio nonostante il ritorno della malassezia che avevamo sconfitto un paio di anni prima grazie all’argento colloidale.

Leggi anche: Malassezia nel cane carlino

Per qualche settimana la cistite di Lulù sembrò essersi risolta fino a che una sera la situazione non precipitò nuovamente. L’indomani corsi a Milano, da un veterinario specializzato in carlini, stavo perdendo ogni speranza sulla guarigione del mio cane.

Cominciammo un nuovo antibiotico, questa volta a base di Enrofloxacin, e la cura si protrasse per ben 3 settimane sempre in abbinamento al farmaco per acidificare le urine e in aggiunta le compresse di mirtillo rosso.

Questa nuova cura sembrò funzionare.
cartine per provare il ph urinario

Ogni giorno monitoravo il ph delle urine di Lulù con una cartina tornasole e dopo alcuni giorni dall’inizio del trattamento i parametri erano normali.

(Le cartine tornasole si trovano in farmacia e anche su Amazon → QUI)

Ti consiglio di fare questa operazione sempre alla mattina, prima della pappa, in modo che il ph non sia influenzato dal pasto.

Il 2 di gennaio, a circa 4 mesi da quando tutto era iniziato, porto nuovamente le urine a far analizzare e con mia grande felicità tutti i valori sono rientrati e non c’è più traccia di struvite.
Interrompo, sotto consiglio medico, ogni terapia e integrazione.

Nei giorni a seguire non smetto comunque di monitorare il ph di Lulù nonostante la veterinaria mi avesse detto che non sarebbe stato necessario; ma niente, io sono una mamma carlina e sono molto apprensiva.

Dopo circa 15 giorni in cui la situazione sembrava sotto controllo, le urine iniziano nuovamente a diventare basiche ed il ph arriva a 7,8: ricomincio immediatamente l’acidificante urine e il mirtillo.

Dopo 3 giorni la situazione peggiora ulteriormente perché le urine iniziano ad avere quell’odore pungente tipico della cistite, olezzo che ormai non stento a riconoscere.

La cistite stava tornando nuovamente.

Un circolo vizioso che sembrava non avere fine: antibiotico, guarigione, cistite, antibiotico, guarigione, cistite e così via per almeno 3 volte nell’arco di pochi mesi.

Non potevo arrendermi al fatto che Lulù avrebbe dovuto lottare contro la cistite per il resto della sua vita, vederla stare male mi feriva profondamente perché ogni cura sembrava vana. Non mi restava che rimboccarmi le maniche e cercare una soluzione alternativa.

Perché si verificano recidive di cistite nonostante la terapia antibiotica?

La cistite ricorrente o recidivante, ha gli stessi aspetti caratteristici della cistite normale con l’unica differenza della periodicità. Si è potuto stabilire che tre episodi nell’arco di un anno possono essere la manifestazione della cistite ricorrente.

In questi mesi in cui Lulù passava da stati di benessere a quelli di malattia, ho iniziato a fare ricerche sempre più approfondite su questa patologia, indagando anche casi di cistiti recidive in umana.
Mi chiedevo come mai, dopo un’adeguata terapia antibiotica e tutto il cibo fresco che le stavo dando questa cistite non smetteva di ripresentarsi.

Mi imbatto per caso nel blog della dott.ssa Alessandra Graziottin, medico specializzato in ostetricia e ginecologia umana, in cui la stessa dottoressa afferma:

La cura con antibiotici, tuttora considerata di prima scelta dalle linee guida internazionali, va bene solo se l’infezione è acuta: per liberarsi della tendenza alle recidive, bisogna invece lavorare sui fattori predisponenti del disturbo. Solo così è possibile debellarlo in modo risolutivo.

Quali sono i fattori predisponenti di cui parla la dott.ssa Graziottin?
Sono FATTORI PREDISPONENTI tutti quelli che aumentano il rischio di comparsa di una malattia, detti anche fattori di rischio.

Fattori predisponenti per le recidive nella cistite del cane

ALIMENTAZIONE ERRATA

La maggior parte dei casi di cistite si manifestano quando il cane ha un’alimentazione di tipo industriale secco, cioè a base di crocchette.

Il cibo secco di qualsiasi genere, anche quello migliore, è un’aggravante per le infezioni delle vie urinarie nel cane: laddove invece di fornire liquidi all’apparato urinario, li sottrae.

I casi più lievi di cistite (purtroppo non era il caso della mia Lulù) si risolvono semplicemente passando ad un cibo umido adeguato o ad una sana alimentazione fresca di tipo casalingo o Barf.

DISBIOSI INTESTINALE

In primo luogo, vanno diagnosticati e curati i problemi intestinali e gastroenterici (es. diarree ricorrenti, vomito e rigurgiti).

Le crocchette (tutte) hanno una base di cereali e amidi molto alta, questi alimenti possono predisporre a cistite, perché determinano uno stato infiammatorio cronico a carico della parete intestinale che ne lede la permeabilità selettiva.

In questo modo i germi intestinali, fra cui l’Escherichia Coli che causa l’80-85% delle cistiti, arrivano nel sangue e da lì passano alla vescica, formando un biofilm patogeno e infettandola: di fronte a un meccanismo di questo tipo, continuare a prendere antibiotici, non serve a niente e può anzi peggiorare la situazione, perché gli antibiotici depauperano ulteriormente la flora intestinale, aggravando lo squilibrio.

DIFESE IMMUNITARIE DIMINUITE

Quando le difese immunitarie si abbassano i biofilm patogeni, ovvero comunità di batteri che si radicano nei tessuti già dopo una prima infezione, si moltiplicano infettando l’urina e provocando la cistite.

Anche l’utilizzo spropositato di antibiotici, senza necessità, può causare, oltre ad antibiotico resistenza, anche l’abbassamento delle difese immunitarie e come nel caso di Lulù, portare alla comparsa della malassezia, un lievito opportunista (come la candida femminile).

DIABETE

Bisogna fare attenzione al diabete, che triplica il rischio di cistiti: per accertarne la presenza, basta fare un prelievo di sangue, e valutare la glicemia e l’emoglobina glicata, un indicatore della malattia.

GENETICA

Sembra inoltre che la maggiore suscettibilità di alcune donne (ma anche nelle cagne) alle cistiti recidivanti vada ricercata in fattori predisponenti di origine genetica che aumenterebbero le possibilità di adesione dei batteri alla parete vescicale.

Altre cause predisponenti alla cistite possono essere:

  • morbo di Cushing,
  • colpi di freddo,
  • stress acuto,
  • omissione diagnostica (cioè una mancata diagnosi di calcoli ad esempio),
  • terapia inadeguata.

Se la cistite è un fenomeno così complesso, come possiamo curare efficacemente il nostro cane?

Una corretta diagnostica del problema è la prima cosa da effettuarsi in caso di cistite acuta, occorreranno esami quali:

  • esami delle urine completi di antibiogramma;
  • esami del sangue;
  • ecografie;
  • lastre (se necessario).

Un’attenta valutazione del cane, non solo del veterinario ma anche del proprietario possono determinare la natura della cistite e quindi aiutare nella scelta della terapia più corretta.

Alla luce di quanto detto, a mio avviso, i pilastri della giusta terapia sono:

  • Utilizzo dell’antibiotico corretto durante la fase acuta
  • Determinazione della presenza o meno di cristalli e la loro relativa natura: struvite o ossalati
  • In caso di struvite sarà necessario acidificare le urine con opportuni integratori, in caso di ossalati il contrario
  • Secondo la mia esperienza non è possibile risolvere il problema con mangimi commerciali anche se definiti medicali. Quindi consiglio sempre il passaggio da a una dieta naturale limitando l’assunzione di amidi e cereali
  • Monitoraggio a casa del ph delle urine con appositi stick (cartine tornasole reperibili in tutte le farmacie)
  • Regolarizzazione dell’intestino e risanamento della flora intestinale
  • Valutazione di possibili aspetti psicosomatici

Cistite recidivante: cosa fare

L’infezione che provoca la cistite è causata da batteri che popolano il colon e nell’80% dei casi si tratta di Escherichia Coli.
Altri batteri possono essere lo Stafilococcus Epidermidis (9% dei casi di cistite) e lo Streptococcus Fecalis (3% dei casi di cistite), oppure altri germi aerobi della flora fecale come Proteus, Klebsiella, Serratia, Enterobacter e Pseudomonas.

Ecco perché è così importante l’individuazione del giusto antibiotico in fase acuta.

L’Escherichia coli, batterio normalmente presente nel colon (alcuni ceppi sono addirittura innocui e di grande utilità per il corretto funzionamento dell’intestino), è il principale responsabile di infezioni urinarie, oltretutto, si stima che la percentuale di recidive dopo guarigione da una prima infezione urinaria sostenuta da Escherichia Coli si attesti intorno al 44% nell’arco dei successivi 12 mesi.

Sintomi della cistite recidivante:

  • dolore o bruciore durante la minzione,
  • frequente stimolo ad urinare,
  • urine torbide e di odore pungente,
  • diarrea,
  • difficoltà digestive/nausea (il cane sbava più spesso e lappa),
  • crampi addominali.

Questi batteri possono raggiungere la vescica dall’esterno passando attraverso l’uretra, o dall’interno per transfert propagandosi da organi vicini e soprattutto dall’intestino.

Il vero problema che causa la cistite ricorrente è un’aumentata permeabilità della mucosa del colon.
La vera guarigione si ottiene ripristinando la corretta permeabilità della mucosa intestinale e riequilibrando l’organismo nel suo insieme.

Milo manfredini – nATUROPATA

A volte capita che il problema della cistite venga un po’ sottovalutato. E’ necessario consultare qualcuno che conosca a fondo la natura poliedrica di questo disturbo e che sappia occuparsene.

Cistite recidivante: come affrontarla con le cure naturali

Le terapie naturali sono lunghe e variegate, spesso bisogna andare per tentativi poiché la reazione del cane è sempre soggettiva.
Studiare il caso singolo, in ogni sua sfaccettatura è senz’altro la cosa migliore per iniziare una terapia naturopatica efficace.

Visto che ti sto parlando della mia esperienza personale credo sia opportuno spiegarti come ho affrontato e risolto la cistite recidivante della mia carlina Lulù.

7 passaggi per affrontare la cistite recidivante nel cane

1
Migliorare l’alimentazione

Il punto chiave per risolvere la cistite del cane è passare da un’alimentazione secca a quella umida (cibo in scatola completo e di ottima qualità) o, ancor meglio, iniziare un’alimentazione naturale fresca.

Da quando ho adottato Lulù, tre anni fa, la sua alimentazione si è sempre basata su alimenti freschi e vari, quindi l’unico miglioramento che ho apportato è stato quello di cuocere sempre meno la carne fino ad arrivare ad un’alimentazione a base di carne cruda (senza ossa).

La carne cruda conserva tutti i nutrimenti e tutti gli aminoacidi essenziali che non vengono distrutti attraverso la cottura, rimane più digeribile e aiuta ad acidificare le urine che nel caso di Lulù era una cosa fondamentale.

La dieta adatta ad un cane affetto da cistite deve escludere la presenza di cereali poiché la digestione dei cerali produce scorie metaboliche che assieme all’acido ossalico, fitico e citrico, possono legarsi al calcio nell’intestino e formare sali insolubili, che si accumulano nell’apparato urinario sotto forma di calcoli.

2
Impedire l’attaccamento di nuovi batteri alle pareti della vescica

batteri sono la causa principale della cistite e delle sue recidive quindi, dopo la cura antibiotica in fase acuta, è stato necessario trovare un modo per impedire la formazione di nuovi batteri.

Parlando con un’amica, che ha sofferto tanti anni di cistite, mi disse di aver risolto il suo problema grazie al D-mannosio.
Ho fatto quindi alcune ricerche approfondite su questo prodotto e ho realizzato che è stato proposto come rimedio naturale contro la cistite recidivante, alternativo agli antibiotici ed ai loro effetti collaterali, anche per gli animali.

Come funziona il D-mannosio?

Il D-mannosio è un monosaccaride (cioè uno zucchero semplice, costituito da un’unica molecola) estratto dal legno della betulla o del larice, completamente naturale.
Questo zucchero è perfetto anche per i cani perché non viene metabolizzato e non innalza la glicemia ma giunge inalterato nelle vie urinarie.

E’ proprio in vescica che il D-mannosio si rivela utile: la sua particolare struttura fa sì che i batteri cattivi (cioè quelli responsabili della cistite) si leghino tenacemente al D-mannosio che ne impedisce l’adesione alle pareti della vescica consentendone la normale eliminazione con le urine.

Come si utilizza il D-mannosio?

Il D-mannosio può essere usato anche per lunghi periodi, non ha effetti collaterali (in alcuni cani si potrebbero verificare brevi episodi di diarrea o rigurgiti), non interferisce con alcun tipo di farmaco, non dà rischi di sovradosaggio. Può essere assunto anche in gravidanza, in allattamento e da pazienti diabetici.

Il miglior prodotto a base di D-mannosio per cani è AUSILIUM BAU di Deakos, lo puoi acquistare qui.

3
Combattere l’infiammazione acuta

La cistite è un’infiammazione dell’apparato urinario in cui sono coinvolte sia la vescica che l’uretra, condotto con cui l’urina viene espulsa.
Quando il processo infiammatorio è in fase acuta è possibile che insieme all’urina vengano espulsi sangue e coaguli.

La cistite emorragica è quindi caratterizzata da due elementi:
• infiammazione della mucosa vescicale urinaria
• sangue nelle urine (ematuria)

L’ematuria ha, in genere, carattere transitorio nelle cistiti emorragiche di natura infettiva, e tende a risolversi spontaneamente nel giro di qualche giorno o con l’ausilio di antinfiammatori.

Nel prodotto AUSILIUM BAU di Deakos, a base di D-mannosio, è presente anche la Morinda Citrifolia conosciuta per le sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.

La Morinda citrifolia rafforza le difese immunitarie e assicura un’efficace azione antidolorifica, lenitiva, antibatterica ed antimicotica.

In alcuni casi, e anche in quello di Lulù, è consigliato somministrare un rimedio omeopatico per ridurre l’ematuria e il dolore provocato dall’infiammazione alla vescica.
Ho scelto di utilizzare Arnica in grani omeopatici, indicata in caso di infiammazioni della regione pelvica e uro-genitale e urine con sangue.

4
Acidificare le urine (solo in caso di struvite)

Dagli esami delle urine di Lulù è risultato un ph molto basico (ph 9) che aveva portato alla formazione di cristalli di struvite.

La struvite o fosfato d’ammonio magnesiaco è il tipo di cristallo più frequentemente diagnosticato nell’urina di cani e gatti. La sua formazione dipende dalla saturazione degli ioni magnesio ammonio fosfato nelle urine ed è favorita, per l’appunto, da un ph alcalino.

Un altro passo molto importante da fare verso la sua guarigione era senz’altro cercare di acidificare le urine: in un ambiente acido i batteri tendono a morire e a non riformarsi e i cristalli di struvite riescono a dissolversi.

Uno dei prodotti acidificanti che ho utilizzato da subito è stato il farmaco a base di metionina e ammonio cloruro che con il primo antibiotico non ha funzionato per nulla mentre, in abbinamento all’antibiotico giusto è stato di enorme aiuto per acidificare il ph urinario di Lulù.

mirtillo rosso cistite cane

L’ho utilizzato in abbinamento al mirtillo rosso (estratto secco in pastiglie, non il succo), utile soprattutto nella prevenzione della cistite grazie alla sua azione disinfettante, depurativa e antisettica.

Nel caso di Lulù, in fase acuta, ho dovuto ricorrere anche all’acido-L-ascorbico (cioè la vitamina C) che, nella giusta quantità, può abbassare il pH delle urine favorendo il riassorbimento delle sostanze acide e ostacolando quello delle sostanze di natura basica.
La vitamina C va dosata e somministrata con molta attenzione sotto consiglio medico poiché, in dosi elevate, può indurre la formazione di calcoli renali di ossalato di calcio.

In generale, è sempre opportuno acidificare le urine solo e soltanto se ce ne è un reale bisogno, quindi sia i farmaci che gli integratori vanno dosati e utilizzati sono stretto consulto del tuo veterinario curante o del tuo naturopata.

5
Supportare l’intestino

Le infezioni delle vie urinarie risentono enormemente delle migrazioni batteriche che dal colon raggiungono la vescica.
Infatti se nel colon c’è una presenza importante di batteri patogeni, riusciranno ad infiltrarsi fino a infettare le vie urinarie.

Per aiutare l’intestino di Lulù a fortificarsi ho utilizzato in modo continuativo dei probiotici.
probiotici sono microrganismi vivi e funzionali che una volta ingeriti vanno a colonizzare l’intestino riportandolo in equilibrio ed aiutano a riequilibrare la flora batterica.

Durante la fase acuta della cistite, per qualche giorno, ho aggiunto alla sua colazione un cucchiaino di mucillagine di malva che agisce sulla mucosa gastrica creando una barriera bioadesiva e lenitiva.

6
Alzare le difese immunitarie

Durante le terapie antibiotiche, o subito dopo, è importante supportare il sistema immunitario del cane: la lattoferrina, contenuta in alcuni integratori, può da un lato aumentare la suscettibilità dei batteri alle terapie farmacologiche e dall’altro, in sinergia con i probiotici, promuovere la crescita di ceppi batterici intestinali benefici.

Le proprietà antimicrobiche della lattoferrina sono principalmente dovute alla capacità di legare il ferro, sottraendolo al metabolismo di quelle specie batteriche – come l’Escherichia coli – che dipendono da esso per la propria moltiplicazione e adesione alla mucosa intestinale; ha inoltre un’azione antibatterica diretta.

7
Supporto emotivo ed emozionale

La cistite è un’infezione batterica ma può essere associata, soprattutto quando è recidiva, anche ad un disagio emotivo.

Frustrazione, delusione e collera possono manifestarsi con cistiti e siccome nel mondo animale l’urina viene utilizzata per marcare il proprio territorio, è possibile che la cistite insorga proprio quando viviamo (questo vale anche per noi umani) situazioni stressanti come rapporti troppo stretti con parenti o amici intrusivi, convivenze inaspettate o forzate, tradimenti, tutto ciò che ci fa percepire un’intrusione del nostro spazio vitale.

In una situazione come questa l’ideale è agire con i fiori di Bach, rimedi floreali utili per sbloccare la forza reattiva di un individuo. La miscela deve essere personalizzata e deve essere fatta da un operatore olistico che abbia l’attestato per la preparazione di questi fiori.

Proprio nei fiori di Bach, contro ogni mia aspettativa, abbiamo trovato la soluzione definitiva al problema di cistite recidivante della mia carlina Lulù.

Le mie considerazioni

La cistite recidivante della mia Lulù ha occupato i miei pensieri per molti mesi, ho attraversato momenti di sconforto in cui mi sentivo impotente verso la sua malattia ed il suo dolore, non sapevo più come aiutarla.

Mi sono rivolta ai migliori veterinari ma ogni cura che, sembrava inizialmente funzionare, poi si rivelava un flop pazzesco. Ogni volta che la soluzione sembrava vicina, sistematicamente vedevo ancora sangue nelle sue urine ed ogni mia certezza decadeva nell’arco di quattro secondi.

Non sapevo più a chi rivolgermi e a chi chiedere consiglio.

Ti confesso che in molti momenti ho pensato di cedere al mangime medicale perché quando vedi il tuo cane stare male saresti disposto a tutto pur di dargli sollievo immediato, anche ad andare contro ad ogni tua convinzione.

Ho iniziato a leggere libri (tantissimi) e forum/blog online, durante le mie ricerche mi sono imbattuta per caso in un corso di Naturopatia per Animali: per me era un segno del destino ed ho deciso di iscrivermi per poter diventare Naturopata del Benessere Animale

Sono convinta che tutto accada per un motivo e che spesso i nostri animali ci guidino verso la nostra strada.
Forse Lulù voleva darmi un insegnamento, voleva che io imparassi qualcosa e che oggi potessi raccontarlo a te.
Ho imparato che non bisogna arrendersi senza tentare e che le cure migliori non sono quelle più veloci, non ci sono scorciatoie, non esiste la pillola magica che fa scomparire ogni malattia.


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